PLICOMETRIA

Questa metodica aiuta a determinare il valore della massa grassa utilizzando formule predittive, in cui viene inserito, tra i vari parametri antropometrici, il valore della somma delle pliche cutanee.
Il termine plica sta ad indicare lo spessore di una piega costituita da cute e relativo tessuto adiposo sottocutaneo in un punto specifico del corpo. È costituita essenzialmente da tessuto adiposo sottocutaneo profondo, superficiale e cute.

La plicometria rappresenta una delle metodiche più utilizzate per lo studio della composizione corporea, non è invasiva, è di rapida esecuzione, è poco costosa ed applicabile a molti soggettianche se non a tutti (sono esclusi i soggetti in forte sovrappeso o gravemente obesi dove è poco realizzabile tale metodica).
Grazie ad equazioni predittive è utile per stimare il quantitativo della massa grassa (viene valutato il risultato in percentuale) ed unitamente all’antropometria e alla BIA può creare un primo screening nutrizionale utile per inquadrare il soggetto.

La plicometria viene effettuata mediante uno speciale calibro, il plicometro, uno strumento che “pinza” la pelle rilevando lo spessore delle pliche cutanee. La plica, viene misurata in aree standardizzate, si esegue essenzialmente staccando attraverso una presa a pinza di pollice e indice, lo spessore adiposo di sottocute nei punti di repere precedentemente rilevati e marcati, misurando con l’altra mano lo spessore stesso (in millimetri) servendosi del plicometro.
Si possono effettuare più misurazioni in punti diversi e utilizzare diverse equazioni predittive. È consigliabile effettuare almeno 3 – 4 misurazioni in punti differenti per una maggior accuratezza.

 

 

È un metodo di valutazione che dipende molto dall’abilità dell’operatore, per limitare l’errore, è preferibile che sia sempre lo stesso professionista con lo stesso plicometro a misurare le pliche, fare anche due/tre rilievi nello stesso punto (a distanza di qualche secondo), essere attenti nel localizzare il punto di repere e che il soggetto non sia disidratato. Va fatta periodicamente dal momento che, la quantità di tessuto adiposo, non cambia da un giorno all’altro ma nel lungo periodo.
La precisazione sulla disidratazione va fatta in quanto, la compressione del grasso dipende anche dallo stato di idratazione del soggetto.
La plicometria effettuata la mattina in seguito al digiuno notturno porterà così a risultati sfalsati rispetto alla plicometria effettuata in altri momenti della giornata. Bere una grande quantità di acqua in poco tempo non corrisponde ad una buonaidratazione dell’organismo, in quanto si ritroverà incapace di distribuire tutto il fluido fornito.

Per lo stesso motivo appena citato, è preferibile non rilevare le pliche dopo l’allenamento perché i cambiamenti dei volumi dei fluidi corporei faranno alterare la misurazione, basti pensare al sudore prodotto, meglio farla prima dell’allenamento.

Nel calcolo delle equazioni predittive, si utilizzano formule diverse tra donna e uomo. Non utilizzare un protocollo standard uguale tra uomo e donna è dovuto al fatto che, nella maggior parte dei casi, i due sessi tendono ad accumulare il grasso in punti sesso-specifici determinati geneticamente, a causa di una sensibilità differente a lipogenesi e lipolisi degli adipociti nei distretti corporei.

ll plicometro, come ogni strumento e valutazione, è utile a patto che si sappiano leggere e soprattutto interpretare i dati, anche con l’integrazione di altre misurazioni (circonferenze, BIA…), il dato ottenuto costituisce quindi una stima (soggetta ad una percentuale di errore) e non un valore reale assoluto del grasso corporeo.

Per concludere, per il professionista della nutrizione, la plicometria da un utile valore che,confrontato nel tempo, può aiutare ad indicare l’andamento dei risultati.